Le malattie cardiovascolari costituiscono la principale causa di morte nei paesi occidentali.
In Europa il cuore e i vasi mietono vittime più di tutti. Nonostante un lieve calo negli ultimi due decenni, sono oltre 4 milioni le persone che ogni anno perdono la vita, delle quali circa un milione con età inferiore ai 75 anni.
Situazione Italiana
Dai dati ISTAT 2019 (relativi all’anno 2018) le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica (rappresentata soprattutto dall’infarto) è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, mentre gli accidenti cerebrovascolari (ictus) sono al terzo posto con il 13%, subito dopo i tumori.
Tra ischemie cardiache, infarti, malattie del cuore e vascolari, muoiono in Italia più di 260 mila persone all’anno.
Purtroppo, i primi dati a disposizione mostrano che nell’era Covid questo numero è destinato a crescere in maniera esponenziale, viste le numerosissime risorse sanitarie veicolate alla gestione della pandemia.
Bisogna poi sottolineare che le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano anche la causa più frequente di ospedalizzazione nel nostro Paese, con il 14,2 % dei ricoveri totali.
“Il 23,5% della spesa farmaceutica italiana è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare”
Bene, ammettiamo che siamo stati bravi a curare un paziente da un evento cardiovascolare acuto: bisogna tenere a mente che chi sopravvive ad un evento acuto diventa nella maggior parte dei casi un malato cronico, con evidenti cambiamenti della sua della qualità di vita, e notevoli costi economici per la società (il 23,5% della spesa farmaceutica italiana è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare).
La cardiopatia ischemica è una malattia multifattoriale dove familiarità, diabete, ipertensione, sovrappeso/obesità, dislipidemia, fumo di sigaretta e sedentarietà rappresentano i principali fattori di rischio e la prevenzione costituisce uno degli strumenti più importanti per combatterla. Per contrastare le patologie cardiovascolari occorre favorire nella popolazione corretti stili di vita fin dalla giovane età in modo da mantenere, nel corso della vita, un profilo di rischio favorevole.
L’importanza della prevenzione e della ricerca
L’identificazione degli individui a rischio cardiovascolare aumentato suggerisce al medico di indagare meglio sulla probabile malattia cardiovascolare, facilitando anche le scelte terapeutiche.
Un ulteriore modo di prevenire i decessi per malattie cardiovascolari è, ovviamente, anche quello di prevenire e curare adeguatamente le malattie cardiovascolari che recidivano.
L’obiettivo è quello di prevenire gli eventi acuti, limitare le complicanze in coloro che hanno già subito un evento, rallentare il processo di cronicizzazione e favorire il recupero del cardiopatico.
Allo stato attuale le moderne strategie di cura sono il più delle volte armi efficaci nel curare un evento cardiovascolare, la ricerca è attualmente volta a limitare maggiormente l’invasività delle terapie e nel poter identificare precocemente i soggetti a maggior rischio di infarti o ictus.
La Fondazione nasce proprio dall’esigenza di non accontentarsi di quanto fatto finora ma di ampliare la ricerca al fine di prevenire l’insorgenza di eventi acuti e di migliorare la qualità di vita dei malati cardiopatici con una migliore gestione del follow-up, con l’identificazione di pazienti ad elevato rischio di mortalità a breve o lungo termine e favorendo lo sviluppo di nuove cure all’avanguardia.
Tutto, insomma, gira intorno alla Ricerca. Quella fatta bene